PREMESSA

La narrazione si basa sul romanzo “50 sfumature di Nero” di E.L. James e lo segue diligentemente. I dialoghi appartengono al testo originale e anche alcuni passaggi come le chat.  

PREMESSA

La narrazione si basa sul romanzo “50 sfumature di Nero” di E.L. James e lo segue diligentemente. I dialoghi e passaggi originali sono evidenziati in grassetto.  

Tutti i diritti riservati. Copyright Velonero ©2014

 Citazione testo originale  Copyright © E.L. James e detentori dei diritti 

«Ti scotterai»  sussurro ad Ana. E’ sdraiata accanto a me, sulla sdraio bianca del Monte Carlo Beach Club. – Cazzo, ma non ci pensa proprio mai alla sua salute? A se stessa... a me! Non le importa dei melanomi? Sorride. Che cazzo sorridi, lo fai apposta, lo sai che se sorridi mi sciolgo, Mrs. Grey. Mrs. Grey... Mrs. Grey... suona proprio bene. Solo il guardarti allontana ogni nube. Ecco, appunto, nessuna nube, niente ombra e tu, al sole, NO! –  e trascino la sua sdraio al riparo dai raggi violenti, sotto l’ombrellone, accanto a me. «Via dal sole mediterraneo, Mrs. Grey.»

«Grazie per il tuo altruismo, Mr. Grey.»

«Non c’è di che, Mrs. Grey, e non sono affatto altruista. Se ti scotti, non potrò toccarti.  Ti diverti, vero? Ti stai divertendo alle mie spalle. Ti piace. Lo so.»

«Davvero?»

–  Non fare l’innocentina con me, Mrs. Grey,  ho provveduto da un po’ a svezzarti...– penso, distratto e sereno, nonostante questo libro allarmista mi stia facendo innervosire. E riflettere. Queste previsioni sul collasso del sistema bancario occidentale non fanno che confermare i miei dubbi. Penso che, se non ci sarà un cambio di rotta, un tracollo dell’economia sarà inevitabile. Non si può pensare che fare denaro sia l’unico fine. Non si può!  «Sì, lo fai. Spesso» le faccio notare, tornando alla mia indisponente, nuovissima, bellissima moglie. «È una delle tante cose che amo di te» e le afferrò il labbro con i denti, così, per alleviare l’irritazione.  – “Un po’ di dolore è la cannella che condisce l’amore”– era una delle scritte rosso sangue sul muro nero della sede del club. Era proprio davanti ai miei occhi tutte le volte che Elena mi incatenava alla croce di Sant’Andrea per avere libero accesso alle mie natiche. Col flagellatore. A pensarci bene non era molto fantasiosa. Io ho fatto di meglio.

«Speravo che mi spalmassi un altro po’ di crema solare…» mi stuzzica.

«Mrs. Grey, è un lavoro sporco… ma qualcuno deve pur farlo. Tirati su a sedere.»  – Ti basta davvero poco, Grey, per surriscaldarti. Sarà il sole della Costa Azzurra...–  

«Sei proprio adorabile, sono un uomo fortunato» le dico. E lo penso davvero. Soprattutto ora che sto passando le dita su due tette da urlo.

«Sì, lo sei, Mr. Grey.» Mi guarda timida.

«Il tuo nome è modestia, Mrs. Grey. Adesso la schiena.» Le sgancio il laccetto del costume. –  Calmo... siamo in spiaggia.  Gli occhi indiscreti... I paparazzi... siamo a Monte Carlo. Hanno già visto anche troppo, di te, Mrs. Grey, anche troppo! –

«Che ne diresti se mi mettessi in topless come fanno le altre qui in spiaggia?» «Direi che mi dispiacerebbe» rispondo immediatamente. –  Eccola! Cazzo, ma lo fa davvero apposta! Ma quanto è irritante, questa femmina? Se tu fossi una del giro, Ana, non avrei dubbi sul fatto che tu ora stia chiedendo una punizione. E qualche idea, tranquilla, mi è già venuta! – «Non sono certo felice di vederti così poco vestita, anche in questo momento!» Mi avvicino e le sussurro all’orecchio: «Non sfidare la tua buona sorte».

«È una minaccia, Mr. Grey?»

«No. È una constatazione, Mrs. Grey.»  Sto vedendo ROSSO, ma mi calmo e mi accontento di spalmarle la crema sulla schiena, poi più giù, fino al sedere... e le mollo una pacca, secca, non forte... mi accontento del rumore. «Ecco fatto, fanciulla.» Il BlackBerry vibra. «Solo per i miei occhi, Mrs. Grey» la ammonisco e le mollo un’altra pacca. – Ancora una, così, come aperitivo –  e rispondo al telefono. 

Si è addormentata, bene, così finisco di leggere questo benedetto libro. Capisco perché sia già un best-seller. Teorie interessanti.

Faccio un cenno a Taylor che, al solito, capisce al volo e chiama per me la cameriera.

«Mam’selle? Un Perrier pour moi, une Diet Coke pour ma femme, s’il vous plaît. Et quelque chose à manger… laissez-moi voir la carte» chiedo nel mio francese pressochè perfetto. Sorrido, Ana si è svegliata.

«Sete?» le chiedo.

«Sì» farfuglia.

«Potrei stare a guardarti tutto il giorno. Stanca?»

«Non ho dormito granché stanotte.»

È arrossita, anche sotto il sole riesce ad arrossire. «Neanch’io» dico. Non abbiamo praticamente dormito per tutta la luna di miele, ma non è forse questo lo scopo? Lo dice la parola stessa. Sorrido, sollevando le sopracciglia, sfodero il mio sguardo più malizioso. Ecco, un altro messaggio di Ross. Bene. A posto. L’affare è concluso. Devo ricordarmi di prendere qualcosa per Ross e la sua ragazza, Tina?, per ringraziarla. Poso il  BlackBerry, per oggi basta. Mi alzo. «Vieni a fare una nuotata con me» le tendo la mano. «Nuotiamo?» le chiedo di nuovo, non è entusiasta. È ancora mezza addormentata. «Credo che ti ci voglia una sveglia.»  –  Ah, non vuoi venire? E io ti ci porto lo stesso. –  Con un movimento improvviso la sollevo e la prendo in braccio. Tira un urlo, presa alla sprovvista.

«Christian! Mettimi giù!» squittisce.

 Rido, mi diverto come un bambino. «Solo in acqua, piccola» le annuncio.

Mi stringe le braccia al collo, sono entrato in acqua e non vuole che io la lasci cadere.

«Non lo farai» mormora.

«Oh, Ana, piccola, non hai ancora imparato niente da quando ci conosciamo?» La bacio. Non riesco a resistere quando me la trovo tra le braccia. E neanche lei, bene, ho la sua lingua in bocca. Devo trattenermi, ci stanno guardando. Fanno finta di niente, i bagnanti francesi, ma ci stanno tenendo d’occhio.  «Conosco il tuo gioco» e m’immergo in acqua e la ribacio. Lei si stringe così stretta che sembra che abbia paura d’annegare.

«Pensavo che volessi nuotare» mormora maliziosa.

Mi sa che ho creato un mostro. «Mi distrai.» Le morsico ancora quel labbro così sensuale che accende le mie voglie più perverse. Dal primo istante che l’ho vista ho desiderato affondarvi i denti, ma è meglio che mi limiti. Sì, molto meglio, altrimenti mettiamo su un bello spettacolino per tutti quegli occhi indiscreti che si nascondono dietro le lenti scure degli occhiali da sole. E io non sono un esibizionista. «Ma non sono sicuro di volere  che  le  persone  perbene  di  Monte Carlo  vedano  mia   moglie   in preda alla passione» dico convinto. Insomma, convinto... –  Se mi lecchi ancora il mento non rispondo più di me, Ana. – Io non sono un esibizionista, ma mi sa tanto di averne sposata una. «Ana.» Le tiro indietro la testa afferrandola per la coda di cavallo e le scopro la gola. Non resisto, l’ho portata in acqua per questo... la bacio. La bacio dall’orecchio fino alla base del collo. «Vuoi che ti prenda in mare?» sospiro.

«Sì» mormora. Mi stacco, sto quasi per cedere. – Sono io, Mr. Controllo, o no?  – trattengo un ansito. –  Che ne è stato dell’appagamento ritardato? Mi sa che è finito nella pattumiera insieme alle fruste. –  Sorrido. La guardo e sorrido. «Mrs.  Grey,  sei  insaziabile  e  così  sfacciata. Non avrò creato un mostro?»

«Un mostro adatto a te. Vorresti prendermi in qualche altro modo?»

«Ti prenderò in tutti i modi possibili, lo sai. Ma non adesso. Non qui.» Li vedi o no, i bagnanti? Ci stanno guardando, Mrs. Grey, tutti. Le indico la battigia.  –  Ah, finalmente te ne sei accorta, piccola! – E ora, diamo spettacolo! Non vorrei deludere così il mio pubblico. La sollevo per la vita e la scaravento in acqua. Ana riemerge, sbuffa.

«Christian!»

–  Una boccata d’acqua salata non ha mai fatto male a nessuno, Ana. –  Rido, mi schizza. La schizzo anch’io. Sarà meglio che ora mi allontani... «Abbiamo tutta la notte. A  più  tardi,  piccola.»  Mi butto sott’acqua per una nuotata. Sto ancora ridendo. Sono felice. 

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